Autrice di questo articolo è Eliana Battistel, ostetrica.


Allattare il proprio figlio è un processo naturale e fisiologico. Il latte materno è tutto ciò di cui un bambino ha bisogno; il ministero della salute afferma che “l’allattamento al seno esclusivo non è tanto il metodo ideale bensì la norma”.

E’ fondamentale conoscere alcuni semplici concetti di fisiologia per rendersi conto di quanto in natura tutto sia semplice e perfetto, per acquisire fiducia sulla propria capacità di allattare e per essere pronte a gestire autonomamente il primo periodo in cui si stabilisce un naturale equilibrio tra produzione di latte e richiesta del neonato.

Subito dopo il parto calano drasticamente nel sangue gli ormoni della gravidanza ed entrano in gioco i due ormoni protagonisti del periodo dell’allattamento:

  • PROLATTINA: responsabile della produzione del latte, prodotta quando il seno viene svuotato dopo la poppata.
  • OSSITOCINA: permette la fuoriuscita del latte dai dotti del capezzolo, prodotta solo quando la mamma è rilassata e vive emozioni di gioia e amore.

Nei primi giorni dopo il parto a causa dell’eccessiva produzione di latte o della difficoltà di poppare in modo corretto del neonato possono insorgere alcune piccole complicazioni molto comuni e facilmente prevenibili e risolvibili di cui le più frequenti sono ragadi e ingorgo mammario.

Troverete in queste poche righe tutte le indicazioni per prendervi cura del vostro seno.

Ingorgo mammario

Dopo alcuni giorni dal parto quando “arriva il latte” e non vi è ancora equilibrio tra richiesta e offerta, il latte non rimosso congestiona il seno che si gonfia e diviene edematoso, caldo, duro, teso, e dolente.

E’ una situazione transitoria e fisiologica che dura solo pochi giorni. In poco tempo infatti, il seno, attraverso la produzione di prolattina, regola la produzione di latte sui bisogni del neonato. Tuttavia è davvero molto importante seguire dei piccoli accorgimenti, poiché in questa fase delicata, potrebbe venire compromessa la buona riuscita dell’allattamento.

Per prevenire l’ingorgo mammario è importante iniziare ad allattare subito dopo la nascita, controllando che attacco e suzione siano efficaci e stimolare l’allattamento a richiesta in base ai bisogni del neonato. E’ necessario abbandonare i vecchi schemi dell’orario sia tra una poppata e l’altra, sia durante la poppata.

Causa di ingorgo mammario può anche essere una situazione in cui non vi è equilibrio tra offerta e richiesta per scorrette abitudini nell’allattamento.

Cosa fare in caso di ingorgo?

Per curare l’ingorgo e favorire la buona produzione di latte è fondamentale rimuovere tutto il latte presente nel seno. In questo modo si allevia subito il disagio della mamma e si prevengono ulteriori complicazioni come la mastite. Inoltre si assicura che la produzione di latte continui. E’ sufficiente adottare questi accorgimenti:

  • incoraggiare poppate frequenti ogni qualvolta il bambino lo desidera e per quanto tempo lo desidera assicurandosi che venga effettuato un buon attacco e una corretta suzione;
  • prima della poppata, per stimolare il riflesso ossitocinico, si dimostrano utili impacchi tiepidi al seno, docce prolungate o bagni caldi; oppure massaggio alle spalle e alla schiena della mamma. Sono piccoli accorgimenti che contribuiscono ad aumentare notevolmente la fuoriuscita del latte. Tra una poppata e l’altra si possono eseguire impacchi freddi al seno per lenire il dolore.
  • la mamma deve essere comoda, rilassata e tranquilla consapevole che l’ingorgo è solo una situazione transitoria.
  • eventualmente drenare il latte rimasto nel seno a fine poppata con spremitura manuale del seno. (il latte si può conservare)

Il seno non è fatto per immagazzinare il latte

Ragadi

Le ragadi sono dei piccoli taglietti molto dolorosi localizzati al bordo dell’areola o sul capezzolo e sono dovuti sempre ad un attacco al seno scorretto del neonato (anche secondario ad ingorgo) per questo é importantissimo che la mamma sia ben preparata sull’importanza della posizione da tenere durante l’allattamento.

Una causa anche se meno frequente di ragadi può essere dovuta al fatto che alla fine dell’allattamento il bambino viene staccato dal seno forzatamente e quindi senza rompere il vuoto. (Bisogna sempre lasciare che il bambino si stacchi da solo, nel caso lo si debba staccare è fondamentale farlo interrompendo il vuoto con un dito tra seno e bocca del neonato).

Cosa fare in caso di ragadi

  • Per prima cosa correggere posizione e attacco del bambino,quasi sempre prima causa di ragadi. In moltissimi casi questa accortezza risulta sufficiente per risolvere il problema;
  • quando si allatta è meglio attaccare il bambino prima dalla parte meno colpita dopo aver eseguito un impacco caldo prima della poppata per stimolare il riflesso dell’ossitocina. Passare al seno più colpito quando il latte già fuoriesce da solo é un’accortezza per sentire meno dolore;
  • alla fine della poppata spalmare sul capezzolo un pochino di latte spremuto: ottimo contro le ragadi;
  • lavare il seno una sola volta al giorno con sapone neutro evitando rigorosamente di usare detergenti chimici, topici, pomate o garze cicatrizzanti in quanto è dimostrato che non prevengono né tanto meno curano le ragadi; inoltre, a causa del loro profumo che può dar fastidio, è possibile che il neonato rifiuti il seno. Usare pomate o altri oli non è comunque indicato poichè influisce sulla normale lubrificazione del capezzolo;
  • esporre il seno all’aria e, se possibile al sole tra una poppata e l’altra;
  • evitare l’uso dei paracapezzoli di silicone che impediscono al bambino un attacco corretto e possono inibire il processo che stimola la produzione di latte. Nel caso si dimostri necessario il loro uso limitarlo al più breve tempo possibile;
  • si possono portare tra una poppata e l’altra delle coppette che tengono capezzolo e areola asciutti e separati dagli abiti attraverso una cupola traforata che permette l’areazione del capezzolo.

NON AIUTA:

  • smettere di allattare
  • limitare la frequenza delle poppate
  • usare paracapezzoli di routine

Le ragadi anche se dolorose sono transitorie, durano soltanto pochi giorni dopo i quali l’allattamento può proseguire naturalmente.

Nel caso che durante l’allattamento insorgano problemi del seno come ragadi e ingorgo vige una regola:
LA MAMMA RIPOSA, IL SENO NO