Tu quando mangi ti nutri?

Quanto è davvero efficace la tua digestione?

Trasformare il cibo in vero nutrimento è cruciale per la tua salute e per la salute di tutti noi. Non possiamo permetterci di sottovalutare, di non fermarci un attimo a riflettere su questo aspetto troppo spesso dimenticato.

I dati parlano chiaro: non è un caso se il 90% della popolazione mondiale soffre di problemi gastrointestinali.

Soffriamo di colite o stitichezzagonfiore, fermentazione, pesantezza di stomaco, acidità, reflusso, malassorbimento: un vero ostacolo tra noi e la salute, da superare al più presto.

Soffermarti e scoprire come funziona il tuo corpo e la digestione può essere l’inizio di un viaggio entusiasmante, che ti consentirà di esplorare le vere cause della salute e della malattia.

Se comprendi le leggi che regolano il processo digestivo e le applichi nella vita di tutti giorni, ti regaleranno benefici sorprendenti.

In questo articolo scoprirai il vero segreto di una digestione perfetta, uno dei capisaldi del SAUTÓN Approach.

La forza delle medicine antiche

Alla buona digestione e trasformazione del cibo, alla visione dell’intestino come centrale del nostro sistema immunitario, sono stati dati notevole importanza da un tempo immemore.

Sono da sempre presidi di lunga vita i cui segreti sono custoditi nelle due medicine più antiche della Terra: la Medicina Tradizionale Cinese e l’Ayurveda.

Ti rifaccio la domanda:

Tu quando mangi ti nutri?

Non è così scontato come sembra. È vitale non solo mangiare, ma ricavare vero nutrimento da ciò che ingeriamo; questo è il segreto.

Dovresti poter trasformare il cibo in qualcosa che puoi utilizzare in pieno. Spesso il processo è invece inceppato, incompleto, lento o addirittura sofferente e allora ecco che mangi inutilmente.

Magari ti alzi da tavola sazio, ti senti pieno, in realtà sei carente di nutrienti come se vivessi in un paese povero del Terzo Mondo!

Molte persone anche se in sovrappeso o addirittura obese, in verità lo sono.

Anche se vivi in un’era e in una parte del mondo dove ogni tipo di cibo straborda dagli scaffali dei supermercati, spesso, a cause delle cattive abitudini, del ritmo troppo veloce della vita, del cibo preso direttamente dal frigo o dal surgelatore, nulla di ciò che normalmente ti affanni a mangiare, raggiunge davvero le tue cellule, i tessuti e nutre gli organi.

Anche i migliori nutrienti se male assorbiti, si trasformano in scorie da smaltire.

Ora cosa succede se continuamente mangi senza assimilare i nutrienti? Vivi in uno stato di carenza.

Che fa il tuo corpo? Attinge, senza che tu te ne accorga, alle tue riserve, è costretto a farlo, ti dovrà pur far vivere e sostenerti, stare al passo con i tuoi ritmi!

Vivere di rendita

È un vivere però di rendita, di quella rendita che anno dopo anno si assottiglia.

Vediamo come spiega questo concetto la Medicina Tradizionale Cinese.

Secondo le medicine antiche, veniamo al mondo con un bagaglio di energia vitale che loro chiamano “energia prenatale” dono dei nostri genitori, che custodiamo nella zona dei reni.

Un’energia che è la base della vita stessa e che dobbiamo cercare di custodire e amministrare con saggezza per tutta la durata della nostra vita perché una volta spesa, non può essere ricostruita.

Una preziosa riserva quindi che ci dovrebbe venire in soccorso durante la vecchiaia, quando man mano la forza e l’energia dei nostri organi vengono meno.

Tutti gli insegnamenti della Medicina Tradizionale Cinese sulla trasformazione del cibo sono tesi a preservare questa energia vitale più a lungo possibile, in modo da sostenere tutte le funzioni del corpo e consentirci salute e longevità.

È questa forte connessione tra energia, qualità della vita e longevità, il principale motivo per il quale le medicine antiche insistono sull’importanza cruciale di una dieta sana e bilanciata e sulla completa funzionalità della digestione.

Tradotto in un linguaggio occidentale, in cosa consiste questa riserva di energia vitale? Sono scorte di micronutrienti, enzimi, vitamine e minerali, soprattutto, depositate nei denti, capelli e ossa, che l’organismo, quando vivi di rendita, svuota.

Come capire allora se anche tu stai attingendo alle tue riserve?

Ci sono precisi segnali che te lo dicono:

  • quando mangi ma ti senti stanco, appesantito
  • quando mangi ma non sei per niente vitale
  • quando hai sempre bisogno di un caffè per carburare
  • quando hai sempre bisogno di dormire ancora

Sono solo alcuni sintomi di carenza molto comuni, che crediamo siano normali, quando normali non lo sono affatto.

Altri sono più subdoli, a volte si manifestano così gradualmente da non accorgerti che il corpo per vivere sta attingendo alle riserve.

Il segreto di una perfetta assimilazione

Una via d’uscita esiste ed è racchiusa in tre antichissime leggi, codici della vita di cui ci siamo completamente dimenticati.

Una conoscenza antica come il mondo a cui nessun essere umano può sfuggire.

La legge del calore

La prima di queste leggi, punto forte del metodo SAUTÓN, è la legge del calore e si fonda sul concetto che trasformare il cibo è un processo che assomiglia ad una vera e propria cottura.

Ogni cosa nel nostro corpo, finché siamo in vita, accade attraverso ed in ragione del calore.

Ogni reazione chimica, l’attivarsi degli enzimi digestivi, l’assorbimento dei nutrienti, tutto richiede calore.

Il freddo, al contrario, impedisce ogni processo, blocca ogni meccanismo

Anche la digestione si sottomette a questa fondamentale prima legge. Tutta la fase digestiva richiede la giusta dose di calore, una temperatura di 38 gradi.

Più il cibo che consumiamo si avvicina come consistenza e temperatura a quei gradi, maggiore è il nutrimento che ne ricaviamo e minore è il dispendio energetico, che impieghiamo per digerirlo.

La metafora dello stomaco-pentola

È nello stomaco, che la Medicina Tradizionale Cinese paragona ad una pentola, che avviene la prima fase della digestione.

Qui l’obiettivo è quello di riuscire a preparare una zuppa della temperatura di 38 gradi, ben mescolata e molto omogenea, dove le sostanze nutritive non sono solo amalgamate e frantumate, ma anche separate in sostanze utili e scorie.

Cosa significa questo nella vita di tutti i giorni?

Se mangiamo alimenti freddi o beviamo bevande fredde o ghiacciate per accompagnare i nostri pasti, non facciamo che ostacolare la trasformazione di calore all’interno della pentola-stomaco.

Questo non vuol dire che non digeriamo affatto, ma che digeriremo in modo parziale, incompleto.

Sempre secondo la MTC, se lo stomaco e la milza che è paragonata alla fiamma sotto la pentola-stomaco, non riescono a trasformare il cibo e i liquidi completamente e a trasportarli verso i luoghi di destinazione, questi si trasformano in una “fanghiglia” all’interno dell’addome.

Questa “fanghiglia” non è altro che cibo stagnante, tossine, che generano umidità, gonfiore, blocchi nel fluire dei nutrienti e dell’energia all’interno del corpo.

Tenderanno così ad accumularsi come deposito all’interno dello stomaco che a sua volta, non riesce a trattare e modificare.

Quali sono i cibi freddi?

Ne sono un primo esempio tutti quegli alimenti presi direttamente dal frigorifero, come derivati del latte, salse, condimenti, succhi, gelati, creme, dolci, bevande di vario genere, con o senza ghiaccio addizionato.

Un ulteriore gruppo è costituito da alimenti raffreddanti che hanno cioè un effetto raffreddante sulla digestione, come i cibi surgelati, che mantengono la loro memoria e natura fredda anche dopo la cottura, il latte e molti latticini freschi, i derivati della soia, come tofu, latte, yogurt e persino il tè verde.

La regina di questi alimenti problematici è però l’acqua consumata quotidianamente, che può essere fredda di frigorifero o semplicemente a temperatura ambiente.

In entrambi i casi è percepita come “fredda” dal corpo ed è, quindi, completamente indigesta.

Se consumata lontano dai pasti, danneggia e indebolisce la zona dei reni e può creare gonfiore e ritenzione idrica, se è, invece, consumata durante i pasti, può essere causa di rallentamento e debolezza digestiva.

L’ideale è berla calda, come ben spiegato in un articolo tutto dedicato ai benefici insospettabili del bere acqua calda.

Cibo cotto e cibo crudo

Come essere in armonia con il nostro corpo, favorire e non ostacolare la trasformazione?

Il cibo quotidiano deve essere più cotto che crudo, questa la naturale conseguenza della legge del calore.

Perché la cottura è così importante?

La cottura rende gli alimenti più teneri e facilmente trasformabili dal nostro corpo. È una pre-digestione, la migliore, la più efficace e quella a portata di tutti.

Se la maggior parte di ciò che mangiamo nella giornata è composto da cibo leggermente cotto, caldo, morbido, masticatile, ben condito e stuzzicante, l’organismo deve fare molta meno fatica per poterlo trasformare e trasportare dove serve.

Questo è da solo un cambiamento profondo in grado di modificare immediatamente tempi ed efficacia della digestione stessa.

Avremo, oltre ad un maggiore nutrimento a disposizione, pochissimo o nessun utilizzo dell’energia delle sostanze attinte dai nostri depositi.

Consumare cibi crudi, al contrario, richiede un lavoro maggiore da parte del corpo e soprattutto un maggiore dispendio di energia.

L’idea che il cibo crudo sia più nutriente, ricco, leggero e disintossicante è uno dei capisaldi della moderna nutrizione occidentale. Siamo tutti un po’ figli di questa visione, assai rigida e dura a morire.

Ne abbiamo già parlato in modo diffuso in un articolo dedicato al crudismo.

Qui possiamo concludere che, anche se il cibo cotto è meno ricco di minerali e vitamine, in sede di assorbimento produce un quantitativo di nutrimento maggiore di quello crudo.

Ovviamente usa modalità di cottura leggere, semplici e brevi, che non vadano a snaturare l’alimento stesso.

Quindi cuoci saltando per pochi minuti, scottando, stufando, cucinando a vapore, ricorrendo a zuppe e vellutate, rendendo i cibi nutrienti e facili da digerire.

Clicca qui per una guida completa alla cottura delle verdure, con ricette.

Cosa succede nel nostro corpo se consumiamo cibi freddi?

Invece di produrre una zuppa e poi dividerla in nutrienti da utilizzare e scorie, il risultato della digestione sarà, come abbiamo visto, una fanghiglia maleodorante, che la pentola-stomaco non riesce a trattare e modificare, inibisce la milza e impedisce alla sua energia e al suo calore di trasformare il cibo e trasportarlo.

Lo stomaco si vede costretto ad uno sforzo esagerato che si traduce in un eccesso di calore, che si mostra in noi sempre come fame.

Questo spiega perché, se mangiamo tanta frutta cruda, tante insalate, tanti cibi freddi o semplicemente cibi poco nutrienti o che facilmente creano “fango e colla” come zucchero, farine, lievito, latte, abbiamo sempre più fame e contemporaneamente sempre più stanchezza e gonfiore.

Conclusione

Nessuno spiega questa semplice legge universale, nessuno prende in considerazione questi parametri, nessuna dieta.

Nel SAUTÓN Approach invece questo è il punto di partenza, la legge numero uno.

Fai tua questa semplice abitudine, consuma soprattutto cibo leggermente cotto, caldo, morbido e masticalo bene.

Dai calore al tuo corpo, avrai maggiore nutrimento a disposizione, utilizzerai meno energia e preserverai i tuoi depositi e ti sentirai sempre più. sveglio, sgonfio, attivo, insomma dare calore alla digestione è un vero e proprio investimento in salute e longevità.

Clicca qui per scaricare un esempio di menù completo per bruciare i grassi, ottimizzare la digestione e ringiovanire corpo e mente.


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