Il nostro intestino è molto, molto di più di un apparato che serve semplicemente per digerire il cibo che mangiamo.

Alcuni studiosi fanno notare come il tubo digerente sia l’organo più antico, passato attraverso 500 milioni di anni di evoluzione.

Dalla bocca all’ano, si sviluppa per ben 9 metri di lunghezza e si stima che durante l’arco di tutta una vita vi transitino ben 60 tonnellate di cibo.

Da tempo sappiamo che al suo interno il tratto intestinale ospita batteri, funghi, protozoi, lieviti e altri microrganismi viventi.

Niente di vegetale insomma, per cui gli studiosi a poco a poco, hanno iniziato a chiamare questa grande famiglia che ospitiamo, non più “flora intestinale”, bensì “microbiota intestinale”.

Sono il nostro secondo genoma: centomila miliardi di microrganismi, il 90% dei quali distribuiti, non a caso, lungo il tubo digerente.

Un numero che supera dieci volte quello delle cellule vive di cui siamo fatti.

Un ecosistema la cui funzione principale è quella di contribuire al nostro stato di salute generale, sono, in una sola parola, essenziali.

L’intestino non potrebbe mai funzionare senza l’intera popolazione di microrganismi.

Funzioni del microbiota intestinale

Nel 2010 gli scienziati terminano di decifrare le variabili genetiche di questa comunità e censiscono più di 3 milioni di geni.

Scoprono che svolgono una infinità di funzioni, anche se circa 5.000 ancora completamente sconosciute.

Il microbiota del tratto gastrointestinale è coinvolto nella:

  • stimolazione e sviluppo del sistema immunitario
  • sintesi di vitamine (gruppo B e K)
  • miglioramento della motilità e della funzionalità del GIT
  • nella digestione e nell’assorbimento delle sostanze nutritive
  • funge da barriera difensiva inibendo gli agenti patogeni
  • scompone farmaci e tossine
  • protegge da infiammazione cronica

Il microbiota intestinale non è statico, ma è in un flusso costante, ed è fondamentale che vi sia sempre un buon equilibrio (eubiosi) tra i vari ceppi di batteri per poter assolvere e garantire al nostro organismo queste preziose funzioni.

Cos’è la disbiosi

Il microbiota è sensibile all’influenza di vari fattori quali: la dieta, l’assunzione di farmaci, lo stress che possono innescare rapidi spostamenti tra i vari gruppi microbici, promuovere la prolificazione di funghi e batteri patogeni.

In questo caso l’equilibrio si è rotto e si dice che l’intestino è in uno stato di disbiosi.

Vari tipi di disbiosi

I meccanismi alla base della disbiosi intestinale spesso rimangono poco chiari.

Gli studiosi del microbioma, a seconda di quale sia la causa, hanno identificato varie tipologie tipi di disbiosi.

Disbiosi da eccesso di batteri patogeni (patobioti)

Ci sono famiglie di batteri, come le Enterobacteriaceae potenzialmente patogene che si trovano comunemente nel tratto intestinale, ma se in eccesso, possono colonizzare anche la cute, l’apparato genitale femminile e il tratto tracheo-bronchiale.

Hanno una struttura antigena e quindi inducono reazioni immunologiche da parte del sistema immunitario che le identifica come estranee e potenzialmente pericolose.

Disbiosi da perdita di commensali

Un eccesso di batteri patogeni, porta di conseguenza, una diminuzione di batteri commensali, quelli cioè che si nutrono, si attaccano all’ospite senza però recargli né danno né beneficio.

La diminuzione di L. reuteri è stata associata, per esempio, a disordini dello spettro autistico (1)

Disbiosi da riduzione della diversità batterica

Uno stile di vita non corretto, patologie quali AIDS, diabete, contribuiscono a rompere il delicato equilibrio tra le varie specie batteriche.

Un deficit di bifidobatteri e lattobacilli a seguito di terapia antibiotica, o carenza di fibre nella dieta, possono dar origine a questo tipo di disbiosi.

Disbiosi fermentativa

E’ scatenata da un consumo eccessivo di zuccheri e carboidrati che creano una proliferazione di batteri fermentativi nell’intestino tenue creando un’accentuata fermentazione in questo organo generalmente poco abitato da microrganismi.

Disbiosi da funghi

Questa è data da una crescita sproporzionata di lieviti e funghi come la Candida Albicans, incoraggiata da una dieta ricca ci cibi lievitati, farine, zuccheri semplici.

Quali sono le cause dell’alterazione del microbiota?

Diversi sono i fattori che favoriscono la disbiosi intestinale, i più frequenti sono:

  • una dieta squilibrata
  • un uso eccessivo di antibiotici
  • l’alterazione del ritmo circadiano e l’aumento dello stress

Una dieta squilibrata è la causa primaria della disbiosi

Diete carenti di fibre, grassi sani e di proteine fresche, fanno sì che la disbiosi cronica sia una condizione che accomuni la maggior parte della popolazione che vive nella parte del mondo Occidentale, quello maggiormente sviluppato.

Un regime alimentare caratterizzato da abuso di zuccheri e carboidrati, grassi vegetali e trans, eccesso di proteine animali di scarsa qualità (salumi, carne rossa processata), eccesso di prodotti caseari, alimenti precotti, è un regime che infiamma, non ci nutre ma ci intossica e altera l’ecosistema intestinale.

Una dieta non equilibrata nutre solo la parte di batteri patogeni favorendone la diffusione e provocando la disbiosi.

La carne rossa provoca disbiosi?

Uno studio del 2004 pubblicato sulla rivista “Alternative Medicine Review”, considerato dagli addetti ai lavori, uno studio di riferimento, dimostra come un elevato consumo di proteine animali, favorisca la “tossiemia intestinale”.

Ciò avviene perché nel colon, le proteine non digerite, fermentano liberando sostanze di scarto potenzialmente tossiche: ammoniaca, ammine, fenoli e solfuri che favoriscono l’odore intenso delle feci.

Pur non negando la validità di questo ed altri studi, prima di gridare: “Al lupo! Al lupo!”, occorre precisare che le ricerche parlano espressamente di elevati consumi di carne soprattutto rossa, quindi di un consumo giornaliero costante, che è ovviamente sconsigliato.

Altro termine su cui riflettere è la parola “non digerite”, solo in questo caso sono soggette a fermentazione.

Chiediamoci allora: cosa rende le proteine non digeribili?

Diversi fattori, spesso sottovalutati, rendono incompleta la trasformazione delle proteine animali, favorendo un aumento della fermentazione e della popolazione di batteri patogeni:

  • una porzione eccessiva
  • l’abituale associazione con carboidrati e zuccheri (pasta e pane, dolce o frutta a fine pasto)
  • scarsa masticazione
  • consumarle a cena

Saper questo, ci aiuta ad adottare un comportamento contrario:

consumare proteine animali in moderare la quantità, masticarle a lungo, associarle a buone quantità di vegetali cotti e di grassi, per favorirne il transito ed evitare che siano trattenute troppo e fermentino.

Infine, non consumarle a cena per non interferire con il prezioso lavoro notturno di depurazione del sangue da parte del fegato.

È importante dunque che l’apporto proteico sia salutare, dove la carne rossa, sia di ottima qualità: non di maiale, non processata (hamburger, salsicce e salumi in genere), biologica e proveniente da mucche allevate ad erba.

Adottando questi accorgimenti, le proteine animali, la carne rossa in particolare, non fa paura, nutre le nostre cellule e non i batteri patogeni, tenendoci lontani dalla disbiosi.

Grassi vegetali parzialmente idrogenati o trans

Un’altra categoria di alimenti che favorisce la disbiosi intestinale è quella dei prodotti alimentari ricavati o che contengono grassi vegetali idrogenati o parzialmente idrogenati.

Ad esempio patatine e cibi fritti, cibo da fast food, alimenti prodotti dall’industria dolciaria.

Cibo spazzatura

Il cibo spazzatura è poi un’altra causa della disbiosi intestinale per il suo carico di grassi trans, l’alta percentuale di zucchero e sale, additivi chimici, edulcoranti artificiali.

Merendine confezionate, cibo in scatola, succhi, bibite gassate, cibo precotto, surgelato, sono tutti alimenti molto diffusi ma nemici giurati per il nostro intestino.

L’uso indiscriminato di antibiotici favorisce la disbiosi

L’uso improprio degli antibiotici sta portando l’umanità verso una progressiva resistenza agli stessi di cui l’OMS ha già dato l’allarme nel 2014.

Un uso improprio che si riassume nella facilità della prescrizione da parte dei medici, in un’assunzione irresponsabile da parte dei pazienti ed infine in un utilizzo frequente anche in caso di infezioni virali, verso cui gli antibiotici sono del tutto inefficaci.

Ecco cosa succede nell’intestino con un sola dose di antibiotico:

  • una diminuzione della tipologia dei batteri benefici bifidobatteri e lactobacilli
  • un indebolimento della capacità dell’organismo di assimilare il ferro e digerire alcuni alimenti
  • una maggiore concentrazione di carboidrati rilasciati dall’intestino stesso
  • il rilascio di fucosio e acido sialico, due tipi di zuccheri liberati dai batteri benefici attraverso i loro enzimi, vere e proprie calamite per i patogeni

Infine, ciò che è poco noto, è che ad ogni ciclo di antibiotico il microbiota si indebolisce.

Quando lo stress è causa della disbiosi

Siamo tutti un po’ stressati e d’altronde fa parte del nostro istinto animale: un sano meccanismo di difesa che ci sprona a reagire alle sfide che continuamente la vita ci pone davanti.

Lo stress non è più sano per la nostra salute, quanto diventa patologico, con particolare intensità e prolungato nel tempo.

Allora l’intestino risponde con:

  • una diminuzione della capacità di assimilare i nutrienti
  • alterazione delle secrezioni
  • minore ossigenazione e riduzione del flusso sanguigno
  • diminuzione della produzione enzimatica
  • minore capacità rigenerativa delle mucose

Quali sono i sintomi della disbiosi?

I sintomi dipendono da dove si sviluppa lo squilibrio e variano in base ai tipi di batteri patogeni che prevalgono.

I sintomi comuni includono:

  • lingua bianca
  • alitosi
  • nausea
  • gonfiore addominale
  • gas e fermentazione intestinale
  • stipsi
  • diarrea
  • difficoltà a urinare
  • prurito vaginale o rettale
  • eruzione cutanea o arrossamento
  • stanchezza cronica
  • difficoltà di concentrazione
  • ansia
  • depressione

Conseguenze della disbiosi

Sono numerosi ormai gli studi che dimostrano come la disbiosi sia associata a numerose malattie e condizioni.

Generalmente è lieve e può essere contrastata con cambiamenti nello stile di vita.

Se trascurata, può causare lesioni alla parete intestinale, renderla permeabile e lasciar passare nel flusso sanguigno agenti infiammatori e sostanze tossiche che superano anche la barriera ematoencefalica e creano squilibrio del sistema immunitario.

La disbiosi è responsabile di disturbi infiammatori di vario genere: delle mucose orali, del tratto urogenitale (candida, cistite, prostatite), dermatite, ma anche di condizioni quali, stanchezza, irritabilità, nervosismo e causa di patologie autoimmuni.

È associata anche a importanti patologie:

  • celiachia
  • diabete
  • obesità
  • malattie cardiache
  • asma
  • demenza
  • morbo di Parkinson
  • cancro al colon o al retto

Disbiosi e malattie autoimmuni

Recentemente è stato scoperto molto di più su come specie batteriche che si trovano all’interno delle mucose del colon, abbiano la capacità di comunicare direttamente con le cellule del sistema immunitario.

Questa relazione può influenzare o meno il sistema immunitario o innescare meccanismi infiammatori che auto distruggono il tessuto e le cellule del corpo.

Malattie come la sclerosi multipla, il diabete di tipo 1 e l’artrite reumatoide, hanno tutte legami con la disbiosi.

Come viene diagnosticata la disbiosi?

Attraverso un esame delle urine è possibile indagare se c’è la presenza cospicua o meno di alcune sostanze acide che i batteri possono produrre.

Si testa ad esempio la presenza di indolo e scatolo, sostanze di scarto derivanti dalla mancata digestione delle proteine animali e vegetali.

Alti livelli nelle urine, sono indice di disbiosi a livello dell’intestino tenue ed è sintomo di un eccesso di fenomeni putrefattivi e fermentativi ad opera di batteri come Proteus e Klebsiella.

Test del respiro all’idrogeno spesso utilizzato per testare la proliferazione batterica dell’intestino tenue (SIBO).

Ho la disbiosi, cosa fare?

E’ fondamentale che tu faccia attenzione ad alcuni aspetti della dieta.

Riduci il consumo di frutta con alto indice glicemico: la frutta molto zuccherina (uva, uvetta, datteri, anguria, melone) contiene zuccheri che sono il nutrimento principale per batteri patogeni, funghi e lieviti, inibitori dei batteri benefici dell’intestino.

Riduci drasticamente carboidrati, glutine, farine raffinate e cereali senza glutine per un periodo di almeno 4 settimane (Restart) per permettere all’intestino di tornare ad essere nella condizione di assorbire nutrienti in modo corretto.

Consuma proteine fresche, di alta qualità, biologiche.

Introduci ampie quantità di verdure cotte in modo leggero soprattutto verdure a foglia verde evitando cavoli e tutta la famiglia delle crucifere.

Consuma grassi sani come olio di cocco e ghi, portare l’equilibrio tra acidi grassi Omega 3 antinfiammatori e acidi grassi Omega 6 pro infiammatori.

Elimina completamente grassi idrogenati e trans.

Cura la masticazione: ingoiare cibo poco triturato, incoraggia fermentazione e putrefazione a livello intestinale.

Integra con alimenti fermentati ricchi di probiotici (yogurt naturale, meglio se di capra, kefir, crauti, miso).

Ricorri ad integratori di probiotici in cui siano presenti ceppi di Lactobacillus e Bifidobacterium.

Utili anche enzimi digestivi per favorire la trasformazione ed evitare un malassorbimento delle proteine.

In conclusione

Abbiamo visto come la disbiosi sia foriera di molteplici disturbi, dai più lievi ai più importanti.

Si calcola che oggi più o meno a vari livelli, abbiamo tutti una microflora in squilibrio.

Medici e scienziati concordano, come tra le cause principali della disbiosi, vi siano:

  • una dieta squilibrata
  • lo stress cronico
  • l’abuso di farmaci, soprattutto di antibiotici

e come un cambio delle abitudini alimentari, sia fondamentale.

Prendersi cura della forza della tua digestione, della salute e dell’equilibrio del tuo microbiota affinché non si crei disbiosi, è il suo punto di partenza e se lo desideri, ti guida affinché sia anche il tuo.


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Prodotti citati nell’articolo utili per la prevenzione della disbiosi:

Energy Flora (probiotici)

Energy Zym (enzimi sistemici)


Fonti:

Microbioma.it

Ericapoli.it

NCBI.gov

Miguel Angel Almodovar “Intestino secondo cervello“ Vallardi Edizioni