I dolcificanti artificiali, o come sono anche definiti i dolcificanti non calorici, sono ormai sul mercato da diversi decenni e da sempre vengono pubblicizzati come scelta alternativa salutare allo zucchero soprattutto per i diabetici e chi ha problemi di peso.

Contrariamente a quanto pubblicizzato dai produttori però, nel corso degli anni numerose ricerche hanno ripetutamente mostrato che non solo questi prodotti non aiutano la perdita di peso ma che anzi possono avere sull’organismo effetti peggiori dello zucchero e favorire l’obesità e l’insulino-resistenza che è l’anticamera del diabete.

Le ricerche fatte hanno infatti mostrato che, tra i vari effetti, i dolcificanti artificiali:

  • stimolano l’appetito
  • aumentano il desiderio di zuccheri e carboidrati
  • stimolano l’immagazzinamento del grasso e quindi l’accumulo di peso
  • causano scompenso metabolico
  • sono tossici per il microbiota intestinale

I dolcificanti artificiali stimolano l’appetito e fanno aumentare di peso

E’ ancora molto diffusa la convinzione che il peso sia determinato dalle calorie assunte, indipendentemente dal cibo da cui esse provengono, quindi meno calorie = meno peso.

Si pensava quindi che i dolcificanti artificiali non contenendo calorie non avrebbero stimolato l’aumento di peso.

Diversi studi condotti su larga scala hanno invece smentito questa convinzione e stabilito che esiste una precisa correlazione tra i dolcificanti artificiali e l’aumento di peso.

Alcuni di questi studi sono:

  • il San Antonio Heart Study condotto negli anni ’80 su un campione di 3.682 adulti per un periodo di sette – otto anni (leggi qui lo studio)
  • uno studio condotto nei primi anni ’80 dall’American Cancer Society su un campione di 78.694 donne
  • uno studio pubblicato nel 2010 sul Journal of Biology and Medicine centrato sulla neurobiologia della dipendenza dagli zuccheri (leggi qui lo studio)
  • uno studio del 2012 pubblicato su Appetite che prende in esame la capacità di saccarina e aspartame di causare un aumento di peso persino superiore allo zucchero (leggi qui lo studio)
  • un report pubblicato sul Trends in Endocrinology and Metabolism del 2013 che mette a confronto il consumo di bevande dolcificate con zucchero e quelle dolcificate con i sostitutivi artificiali ed evidenzia che aumento di peso, rischio di diabete e problemi cardiovascolari si verificano in entrambi i casi
  • uno studio pubblicato su Nature del 2014 che è stato in grado di mostrare una chiara causalità tra il consumo di dolcificanti artificiali e alti livelli di glucosio nel sangue, prediabete, alterazioni significative nel microbiota intestinale e proliferazione dei batteri patogeni (leggi qui lo studio)

Insomma il sogno di un dolcificante che sostituisse lo zucchero senza colpo ferire si è trasformato in un incubo.

Come il nostro corpo reagisce al sapore dolce

Gli esperimenti fatti hanno scoperto che il sapore dolce, indipendentemente dall’apporto calorico, stimola l’appetito.

L’aspartame è quello che ha l’effetto più pronunciato ma lo stesso discorso vale per tutti i dolcificanti artificiali inclusi saccarina e acesulfame.

La ragione per cui il glucosio e il saccarosio (il comune zucchero da tavola) tendono a far consumare meno cibo rispetto ai dolcificanti artficiali è perché le calorie contenute nello zucchero innescano nell’organismo una risposta biologica allo scopo di mantenere costante il bilancio energetico.

In altre parole le calorie contenute nello zucchero vero permettono al corpo di determinare se ha ricevuto o meno calorie sufficienti e quindi attivare i segnali della sazietà.

Il dolce dei dolcificanti artificiali stimola l’appetito ma l’assenza di calorie, quindi di energia, mette il corpo nell’attesa di ricevere qualcosa che invece non arriva, lasciandolo in preda ad una sensazione di fame difficile da governare.

Le ricerche hanno mostrato che i dolcificanti artificiali inoltre non attivano il meccanismo della gratificazione come invece avviene con i dolcificanti naturali.

Il nostro cervello infatti è programmato per provare piacere e gratificazione dal sapore dolce: il dolce stimola la secrezione di dopamina, un neurotrasmettitore che, tra le altre cose, ha una funzione di controllo sulla sensazione di piacere e sulla gratificazione.

Questo meccanismo che coinvolge la dopamina è uno dei motivi per cui è così facile sviluppare dipendenza dagli zuccheri e dai carboidrati.

Infine i dolcificanti artificiali proprio perché hanno un sapore molto dolce, stimolano una voglia smodata di zuccheri e la dipendenza da essi.

Il sapore dolce in natura

Qualcuno potrebbe obiettare che il sapore dolce non lo abbiamo inventato noi esseri umani, che esiste in natura e che quindi non c’è ragione perché causi dipendenza.

Molti in effetti non credono nemmeno che sia possibile essere dipendenti dagli zuccheri e non accettano l’idea che queste sostanze possano avere sul cervello lo stesso effetto di droghe come la cocaina e l’eroina.

In genere si tratta di due tipologie di persone: quelle che (fortunate loro) non hanno mai sperimentato questo tipo di dipendenza, ma sono poche, e quelle che sono dipendenti ma non se ne rendono assolutamente conto.

Da ex drogata di zuccheri e carboidrati ti posso assicurare che la dipendenza da zuccheri esiste e può essere estremamente difficile riuscire ad uscirne soprattutto se non sai come farlo.

Quanto al sapore dolce, quello “inventato” dalla natura non ha niente a che vedere con il dolce artificiale creato in laboratorio da noi esseri umani.

Anche il comune zucchero, pur essendo estratto da piante e quindi di origine naturale, ha un sapore ed effetti molto più forti ed intensi di quelli che siamo progettati per gestire.

In natura, e secondo quanto insegnato dalle medicine antiche, il dolce è quello della frutta, degli ortaggi dolci come carote e zucca, del miele, del latte materno, delle uova, della carne. di alcuni tipi di bacche, ecc.

Tutte cose che nulla hanno a che vedere con il dolce artificiale e che il nostro corpo, nei milioni di anni della nostra storia, ha imparato a riconoscere, apprezzare e utilizzare per produrre energia sana senza gli effetti collaterali degli zuccheri di invenzione umana.

I dolcificanti artificiali mandano in tilt insulina e leptina

Un’altra ragione per cui i dolcificanti artificiali provocano aumento di peso è che l’acido aspartico e la fenilalanina (due aminoacidi che costituiscono il 90% dell’aspartame) sono capaci di stimolare rapidamente il rilascio di insulina e leptina, i due ormoni che regolano l’accumulo di grasso e la sazietà.

Entrambi inoltre sono tra gli ormoni primari che regolano il metabolismo.

Sebbene non si consumino calorie sotto forma di zucchero, l’aspartame può far aumentare i livelli di insulina e leptina.

Livelli elevati di questi due ormoni sono tra le cause che portano a diabete, obesità e ad uno svariato numero di malattie croniche sempre più frequenti e diffuse.

Con il tempo, se il corpo è esposto in modo costante ad alti livelli di leptina, finisce per sviluppare leptino-resistenza cioè diventa incapace di percepire i segnali ormonali che comandano al corpo di smettere di mangiare (quando l’energia incamerata è sufficiente), bruciare grasso e mantenere una sensibilità ottimale al sapore dolce nelle papille gustative.

Quando si arriva a questo stadio la fame non passa mai, il desiderio di zuccheri è intenso e incontrollabile e il corpo immagazzina sempre più grasso e nel contempo non riesce più a bruciare le riserve già accumulate.

La leptino-resistenza causa anche un aumento del grasso viscerale facendo entrare l’organismo in un circolo vizioso di fame e accumulo di grasso e un rischio sempre più alto di sviluppare malattie cardiovascolari, infarto, diabete, sindrome metabolica e molte altre.

In aggiunta, alte dosi di fenilalanina possono abbassare la produzione endogena di serotonina (l’ormone del piacere e della felicità) che a sua volta provoca la riduzione del senso di sazietà che può portare a mangiare troppo e ad abbuffate compulsive.

I dolcificanti artificiali causano disordini metabolici

Come abbiamo visto una delle ragioni per cui i dolcificanti artificiali non aiutano la perdita di peso è che il corpo non si lascia ingannare dal sapore dolce non accompagnato dall’arrivo di calorie (quindi energia).

Quando si mangia qualcosa di dolce il cervello rilascia dopamina che attiva il centro della gratificazione.

Viene rilasciato anche l’ormone leptina che, quando sono entrate calorie sufficienti, segnala al cevello che abbiamo mangiato abbastanza ed è ora di dedicarci ad altro.

Tuttavia il consumo di qualcosa di dolce che non contiene calorie fa attivare i centri del piacere senza però che ci sia qualcosa che poi li disattivi in quanto l’energia che il corpo si aspetta non arriva.

Praticamente i dolcificanti artificiali fanno credere al corpo che riceverà energia ma quando questa non arriva, esso continua a segnalare il bisogno di calorie (anche quando non ne ha effettiva necessità) perché il meccanismo è stato attivato ma non disattivato e questo si traduce in fame e smodato desiderio di zuccheri.

In aggiunta a tutto questo, i dolcificanti artificiali favoriscono lo sviluppo di altri problemi di salute associati ad un massiccio consumo di zuccheri, compresi:

  • malattie cardiovascolari e infarto
  • sindrome di Alzheimer: una dieta povera di nutrienti è una delle maggiori cause riconosciute di questa malattia (tra i principali colpevoli ci sono gli zuccheri, il fruttosio e i cereali soprattutto quelli contenenti glutine) ma il meccanismo chiave del danno provocato dai dolcificanti artificiali in questo caso sembra legato alla tossicità del metanolo che viene rilasciato nell’organismo in particolare con l’aspartame. Il metanolo nell’organismo si trasforma in formaldeide (proprio quella che viene usata nel processo di imbalsamazione) che è una molecola altamente tossica. Anche la fenilalanina può provocare tossicità mentre l’acido aspartico viene trasformato in glutammato che ha effetti neurotossici.

I dolcificanti artificiali sono tossici per il microbiota intestinale

Ricerche recenti hanno concluso che i dolcificanti artificiali hanno un effetto tossico sul microbiota intestinale e ne ostacolano lo sviluppo e la riproduzione.

In effetti si è osservato che l’effetto dei dolcificanti artificiali sui batteri intestinali è molto simile a quello degli antibiotici.

Secondo i ricercatori gli effetti sulla salute dell’intestino potrebbero anche nel tempo compromettere la capacità dell’organismo di metabolizzare zuccheri e carboidrati.

Effetti specifici dei vari dolcificanti artificiali

Tutti i più diffusi dolcificanti artificiali hanno mostrato di avere effetti tossici sui batteri intestinali con alcune differenze individuali sul tipo e l’entità del danno che producono, ad esempio:

  • la saccarina causa i danni più profondi e più vasti in quanto ha effetti sia citotossici che genotossici cioè danneggia sia le cellule che le informazioni genetiche in esse conservate (il che può provocare mutazioni)
  • il neotame (un derivato chimico dell’aspartame) nei topi da laboratorio ha causato disfunzioni metaboliche e un’elevata concentrazione di diversi acidi grassi, lipidi e colesterolo
  • aspartame e acesulfame (quest’ultimo molto usato nelle bevande per sportivi) hanno entrambi la capacità di danneggiare il DNA

I pericoli del sucralosio

Il sucralosio è un dolcificante sintetico, 600 volte più dolce dello zucchero, che fu scoperto verso la fine degli anni ’70 durante le ricerche per lo sviluppo di un insetticida e non era inizialmente destinato al consumo alimentare.

Ad oggi, il suo uso a scopo alimentare è stato autorizzato in più di 60 paesi nel mondo, in Canada e USA viene commercializzato con il marchio Splenda.

In Europa ci si riferisce a questa sostanza anche con la sigla E955.

Nonostante venga pubblicizzato come sicuro, diversi studi hanno mostrato una nutrita lista di possibili danni alla salute, compresi:

  • genotossicità (danni al DNA) e possibili effetti epigenetici avversi (alterazioni nell’attività del DNA)
  • se riscaldato produce composti tossici (cloropropanolo)
  • riesce a distruggere fino al 50% del microbiota intestinale e sembra che i batteri benefici siano quelli maggiormente colpiti
  • altera i livelli di glucosio, insulina e peptide 1 glucagone-simile con aumento del rischio di diabete
  • oltre certi livelli quotidiani diminuisce il numero dei globuli rossi causando anemia
  • interferisce con la produzione e la vitalità dello sperma causando quindi infertilità
  • ad alte dosi può causare lesioni cerebrali
  • provoca ingrossamento e calcificazione dei reni
  • aumenta significativamente il rischio di aborto spontaneo
  • aumenta significativamente il rischio di morte prematura
  • può interagire con altre sostanze
  • si accumula nell’organismo

Dove si nascondono i dolcificanti artificiali

Queste sostanze vengono usate in migliaia di prodotti industriali come cibi pronti, farmaci e bevande.

Ecco una lista di prodotti dove si possono trovare i dolcificanti artificiali:

  • dentifrici e colluttori
  • pasticche di vitamine masticabili (sia per bambini che per adulti)
  • sciroppi per la tosse e medicine liquide
  • gomme da masticare
  • bevande e acqua aromatizzate non caloriche
  • bevande alcoliche
  • condimenti per insalate e salse
  • dolci, dessert semifreddi, yogurt
  • caramelle
  • prodotti da forno
  • cereali da colazione
  • cibi pronti e fast food
  • bevande e succhi di frutta ipocalorici
  • carni processate (salumi, wurstel, ecc.)
  • gomme da masticare alla nicotina

Non è certamente possibile stilare una lista completa quindi vale sempre la buona regola di informarsi e leggere attentamente le etichette prima dell’acquisto.

Conclusione

L’industria alimentare ha certamente la sua buona parte di responsabilità nell’aver portato sulle nostre tavole sostanze dagli effetti così discutibili.

Non dobbiamo però dimenticare che anche noi consumatori siamo “colpevoli”: le nostre scelte determinano il tipo di prodotti che ogni giorno vengono “fabbricati”, sempre più spesso in laboratorio, e poi venduti.

Se non ci fosse la domanda non ci sarebbe l’offerta e se da un lato è vero che l’industria sa bene come manipolare i gusti dei consumatori e sa anche come creare bisogni nuovi quando le serve è anche vero che i consumatori tendono a lasciarsi condizionare con facilità perché è più comodo che tenersi informati e fare scelte responsabili.

La cura per il cibo che introduciamo nel nostro corpo ogni giorno dovrebbe essere una delle nostre priorità (come in effetti era un tempo).

Oggigiorno però distratti come siamo da mille altre cose, bombardati da messaggi pubblicitari di ogni tipo e sempre più privi di riferimenti culturali (la cultura gioca un ruolo fondamentale nel rapporto dell’uomo con il cibo che mangia) ci ritroviamo a dedicare sempre meno tempo a questo aspetto se non addirittura a non curarcene affatto.

Al punto in cui siamo oggi, è sempre più urgente fare un cambio di rotta nelle nostre abitudini alimentari così da imparare a prenderci cura di noi stessi e non continuare ad alimentare questo mercato di cibi artificiali che danneggiano noi e anche l’ambiente.

Proprio questo cambio di rotta è uno degli obiettivi del SAUTÓN Approach che ti aiuta a riscoprire il valore del cibo, il piacere di cucinarlo, di rispettare il più possibile i cicli naturali e di mettere in tavola cibo sano e soprattutto “vero”.


Fonti:

Artificial Sweeteners Cause Greater Weight Gain than Sugar, Yet Another Study Reveals

How Artificial Sweeteners Confuse Your Body into Storing Fat and Inducing Diabetes

Artificial Sweeteners Are Toxic to Gut Bacteria, Study Reveals…

The 5 Worst Artificial Sweeteners, Plus Healthy Alternatives

The Association Between Artificial Sweeteners and Obesity

Non-caloric artificial sweeteners and the microbiome: findings and challenges


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