La sensibilità al glutine non celiaca è solo un fenomeno di massa e un’illusione.

Nell’ultimo periodo se ne leggono tanti di titoli del genere.

Queste conclusioni sono state tratte da un nuovo studio fatto su un gruppo di pazienti con sindrome da colon irritabile (Leggi qui lo studio).

I ricercatori di questo studio avevano in precedenza pubblicato un documento che mostrava che i pazienti con sindrome da colon irritabile erano sensibili al grano, e che se lo rimuovevano dalla propria dieta mostravano un miglioramento dei sintomi.

In questo nuovo studio i ricercatori hanno isolato il glutine e hanno scoperto che non c’era differenza nei sintomi tra chi faceva una dieta ad alto contenuto di glutine e chi ne faceva una a basso contenuto.

Questa è una scoperta importante, ma usarla come scusa per affermare che la sensibilità al glutine non esiste è inaccurato e irresponsabile.

E’ un modo di attirare l’attenzione, ma è una distorsione di ciò che gli studi hanno davvero scoperto.

Ecco perché questi studi non provano che la sensibilità al glutine non esiste

Per prima cosa questi studi hanno esaminato gli effetti del glutine in una tipologia di persone specifica: le persone con sindrome da colon irritabile.

Se anche fosse vero che la sensibilità al glutine non è più comune nelle persone con sindrome da colon irritabile che in quelle senza sindrome da colon irritabile (che è una conclusione prematura da trarre sulla base di un singolo studio), questo comunque non rovescerebbe le evidenze che collegano la sensibilità al glutine non celiaca a una varietà di problemi di salute come allergie, schizofrenia e disturbi dell’udito (Leggi qui gli studi 1, 2).

Secondo, questo studio non suggerisce alle persone con sindrome da colon irritabile – o a chiunque altro con sensibilità al glutine – di buttarsi sul grano.

Infatti suggerisce l’esatto contrario. Durante la prima settimana dello studio, tutti i pazienti hanno fatto una dieta senza glutine che era anche bassa in FODMAP (una categoria di carboidrati presente nel frumento e in altri cibi).

Dopo questa prima fase, i partecipanti sono stati assegnati a tre diversi gruppi: dieta ad alto contenuto di glutine, dieta a basso contenuto di glutine e placebo.

A quelli che seguivano la dieta ad alto contenuto di glutine venivano somministrati 16 grammi al giorno di glutine del grano purificato; quelli che seguivano la dieta a basso contenuto di glutine mangiavano 2 grammi al giorno di glutine purificato più 14 grammi al giorno di proteine isolate di siero di latte e il gruppo placebo 16 grammi al giorno di proteine isolate di siero di latte.

La maggior parte dei partecipanti ha sperimentato un significativo miglioramento dei sintomi durante la settimana senza glutine e a basso contenuto di FODMAP.

Ma non c’era differenza nei sintomi tra chi aveva fatto una dieta ad alto contenuto di glutine, a basso contenuto e placebo nella fase successiva.

In altre parole i pazienti avevano una reazione avversa al grano, ma non al glutine isolato.

Questo naturalmente suggerisce che c’era qualcos’altro nel grano, oltre al glutine, che provocava nei pazienti problemi e reazioni negative.

Noi oggi sappiamo che ci sono diversi composti nel grano non proprio salutari, e non solo i FODMAP, ma anche agglutinina (che si lega allo zucchero), prodinorfina (coinvolta nella comunicazione cellulare) e proteine addizionali che si formano nel processo di digestione del grano come gliadina deamidata e gliadorfine (gluteomorfina) (Leggi qui lo studio).

Un’altra possibilità è che entrambi, il placebo e il gruppo a basso contenuto di glutine, reagivano alla proteina del grano.

Anche se il siero di latte è fatto soprattutto da caseina e non contiene lattosio (che è ciò a cui le persone sono spesso intolleranti e reagiscono), è comunque possibile essere sensibili al siero di latte, e questa intolleranza è più comune tra le persone con problemi digestivi.

Se alcuni dei partecipanti allo studio del gruppo placebo e del gruppo a dieta a basso contenuto di glutine erano sensibili al siero di latte, allora i risultati dello studio sono stati alterati.

Come capire se sei sensibile al grano, al glutine o ad entrambi

Questo studio ha evidenziato che nelle persone con sindrome da colon irritabile che fanno una dieta a basso contenuto di alimenti FODMAP, mangiare glutine isolato non dà sintomi.

Ma qualcuno potrebbe chiedersi: che importa? Mangi quotidianamente glutine isolato purificato? Conosci qualcuno che lo fa?

Le persone mangiano grano, non glutine. Ed entrambi questi studi e tanti altri hanno dimostrato che ci sono diverse componenti del grano oltre al glutine che fanno male.

In termini pratici questo studio supporta l’idea che i pazienti con sindrome da colon irritabile dovrebbero evitare il grano perché contiene FODMAP e probabilmente altri composti che li fanno stare male.

Ciò che questo studio ci dice è che è possibile che persone con sindrome da colon irritabile riescano a tollerare altri prodotti non a base di frumento ma che contengono glutine, presumendo che siano bassi in FODMAP e altri composti a cui potrebbero invece reagire negativamente.

Ecco il miglior modo per stabilire se questo vale per te:

  1. Elimina tutti i cibi contenenti glutine dalla tua dieta per 60 giorni.
  2. Alla fine dei 60 giorni, prepara un piatto di orzo e assaggialo, e vedi la reazione
  3. Qualche giorno dopo mangia una fetta di pane di frumento

L’orzo è un cereale contenente glutine a basso contenuto di FODMAP. Se hai una reazione all’orzo, vuol dire che sei intollerante al glutine o ad altri composti simili al glutine.

Se non hai una reazione all’orzo, ma reagisci al pane di frumento, vuol dire che sei intollerante a qualcos’altro (non per forza il glutine) che è contenuto nel grano.

Ricorda, però, che anche se mangi grano e glutine senza avere sintomi e problemi intestinali, questo può farti male, e ne ho parlato in questi articoli.

Infatti i sintomi non si sentono necessariamente nell’apparato gastrointestinale, perché l’intestino può esserne solo un mediatore.

Fibromialgia, autismo, diabete e schizofrenia sono solo alcuni dei problemi legati al consumo di glutine (di questo parleremo in uno dei prossimi articoli).

Esiste una “sensibilità al grano non celiaca”?

Se c’è una cosa che possiamo ricavare da questi studi è questa: la sensibilità al grano non celiaca potrebbe essere un problema diverso dalla sensibilità al glutine non celiaca.

L’etichetta “sensibile al grano” può essere utilizzata per descrivere i pazienti che sono intolleranti al grano, ma possono mangiare alimenti contenenti glutine senza avere sintomi negativi.

La seconda definizione, “sensibilità al glutine non celiaca” si applica ai pazienti che reagiscono a qualsiasi alimento o prodotto che contiene glutine, compreso il frumento.


Fonti:

CrisKresser

Mark’sdailyapple


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