Oggi si sente un gran parlare dell’intolleranza al lattosio.

Sembra che tutti ne soffriamo in un modo o nell’altro.

E allora che sta succedendo?

È un’epidemia generale?

Forse è cambiata la qualità del latte?

In genere, se ne soffri, quello che fai è cercare prodotti senza lattosio, “delattosati” quindi, dal latte ai suoi derivati.

E qui iniziano i problemi perché si tratta perlopiù di prodotti assai artefatti ed industriali che, seppure privi di lattosio, sono spesso pieni di additivi o così manipolati da non contenere più nulla di nutriente.

Ma cosa c’è davvero dietro questa intolleranza e perché dovresti guardare ad essa non come la causa ma come la punta dell’iceberg di un problema molto più profondo?

Cioè, non è che non ne sei intollerante (so già che a questo punto ti arrabbi) ma non è escludendolo che risolvi il problema.

In realtà devi fare altro…

Quando scopri di essere intollerante quello che fai è che inizi a toglierlo e magari diventi pure bravo per un po’.

E all’inizio sembra andare tutto bene…

Tutti i disturbi di cui soffrivi: mal di testa, mal di pancia, colite, dolori articolari, dolori del ciclo, sfoghi sulla pelle, iniziano a passare e a migliorare e ci sentiamo tanto felici e soddisfatti.

Ecco, era vero, eravamo intolleranti!

Però ad un certo punto, piano piano, i sintomi ritornano, uno alla volta, magari prima lievi e poi più insistenti.

E alla fine ripiombiamo nell’incubo che però questa volta non sappiamo davvero come risolvere, visto che togliere il lattosio sembra non bastare più.

Cosa è il lattosio e perché sembra darti così fastidio? 

E qual è il vero problema che si nasconde dietro il lattosio?

Il lattosio è lo zucchero del latte: la sua caratteristica è che arriva quasi integro nell’intestino dove dovrebbe essere scomposto e degradato dai batteri intestinali, usato per nutrire i batteri stessi (cosa che accade magicamente nei neonati soprattutto allattati al seno!).

Ma cosa c’è di diverso oggi nel nostro intestino?

I nostri guai si chiamano disbiosi, cioè una condizione in cui la popolazione dei batteri intestinali nemici e sgraditi è molto molto più alta di quelli buoni (con tantissimi lieviti) e, quando arriva il lattosio (quindi lo zucchero), i batteri nemici fanno festa, ingrassano, proliferano e riducono i batteri amici a mera comparsa.

Quindi il vero problema non è il lattosio ma la nostra disbiosi intestinale.

Cosa crea la disbiosi?

Il criminale numero uno è lo zucchero che in ogni forma è diventato il nostro cibo preferito (pane, pasta, crackers, biscotti, dolci, pizza, cereali, gallette, latte di cereali…).

Tutti questi alimenti contengono amidi, in catene diverse ma sempre amidi, e quello che accade è appunto che arrivano nell’intestino e qui scatenano la guerra, ingrassano i batteri patogeni a danno dei preziosi batteri amici, da cui dipende tutta la nostra salute, sia del corpo che della mente.

Non è un caso che l’intestino è chiamato secondo cervello e la disbiosi è tra le prime cause di malattia nel corpo: dal mal di testa al gonfiore, dai dolori articolari ai disturbi del ciclo, dai problemi di pelle alla eccessiva magrezza, dal sovrappeso alla depressione.

È tutta una questione di ecosistema intestinale e di rimettere in salute il nostro microbiota!

Quindi il problema non è il lattosio e, se non ti occupi della tua disbiosi, non puoi risolvere e superare i sintomi di intolleranza al lattosio e dopo un po’ ricominceranno.

Il punto è guarire dalla disbiosi e mettere ordine nel nostro intestino.

Come uscire dall’intolleranza al lattosio per sempre

Ecco una possibile linea guida per uscire dall’intolleranza al lattosio per sempre:

  1. Elimina ogni forma di zucchero (non solo il lattosio) per un tempo definito in grado di riequilibrare la tua flora batterica (da 4 settimane a 12, a seconda della disbiosi e del tempo da cui va avanti questo squilibrio).
  2. Usa probiotici (fermenti) per un buon tempo (da 1 a 3 mesi).
  3. Idrata il tuo corpo con acqua calda e inondalo di grassi sani, con un adeguato apporto di proteine e vegetali cotti.
  4. Se l’intestino stenta a guarire, limita la frutta e occupati dei parassiti (può valere la pena fare una pulizia aggiuntiva da questi intrusi).
  5. Aggiungi gradualmente anche dei prebiotici, speciali zuccheri in grado di nutrire selettivamente i tuoi batteri amici, come l’inulina, e introduci cibi fermentati come vegetali, kefir o yogurt (meglio se di cocco).

Dai tempo ai batteri di fare pulizia e affama i loro nemici e ne sarai fuori per sempre!

Leggi anche:

Il latte fa male: ecco perché

Come guarire dall’intolleranza al lattosio

Sostituti del latte: scopri i più buoni e sani