Avrai forse sentito parlare delle cellule staminali, cellule immature derivate dall’embrione che hanno il potenziale di far crescere parti di ricambio per qualsiasi organo del corpo.

Le ricerche sulle staminali hanno indotto molti  medici e scienziati a ritenere che in queste cellule vi sia il segreto per sconfiggere l’Alzheimer, il Parkinson e molte altre malattie ritenute incurabili.

Per ora quello che sappiamo è che anche le cellule staminali giocano un ruolo nel determinare la nostra forma fisica e, se l’abbiamo perduta, sfruttare il potenziale di queste cellule può aiutarci a ritrovarla.

Le origini del grasso di troppo

Una delle caratteristiche più frustranti del grasso corporeo è che sembra letteralmente apparire dal nulla.

In realtà quel grasso arriva proprio dalle cellule staminali. Quando mangiamo zuccheri, amidi e grassi trans il corpo inizia a produrre cellule di grasso in serie e quando le cellule staminali si trasformano in cellule di grasso e ingrassano ecco che ingrassiamo anche noi.

Uno dei motivi per cui le diete ipocaloriche classiche puntualmente falliscono è che ridurre le calorie senza cambiare altre abitudini invia al corpo il messaggio sbagliato.

Quando ciò accade infatti il corpo presume che la carenza di cibo unita alla mancanza di movimento per procurarselo significhi che c’è in corso una carestia talmente grave da indurci a rinunciare a cercarlo.

Anche se non ce ne rendiamo conto e lo specchio ci dice che dovremmo perdere peso, il corpo entra in panico e, dato che è programmato per sopravvivere a qualunque costo, inizia ad immagazzinare anche il più piccolo surplus di energia ogni volta che ne ha la possibilità.

Questo accade non solo quando, nel tentativo di dimagrire, si diminuisce drasticamente la quantità di cibo ma anche quando abbiamo un’alimentazione ricca di cibo spazzatura (cioè strapiena di calorie ma povera di nutrienti veri) per cui paradossalmente, pur consumando grandi quantità di cibo, di fatto il corpo si trova in stato di carestia perenne.

Quando al corpo arriva il segnale che c’è carestia, le cellule staminali rispondono all’appello convertendosi in cellule di grasso così da immagazzinare il più energia possibile.

Quindi “spaventare” le nostre cellule con una dieta ipocalorica facendo loro credere che stiamo morendo di fame è proprio la cosa da non fare.

Al contrario dovremmo invece sfruttare la natura multiforme delle cellule staminali e indurle a trasformarsi nelle cellule che ci servono come ad esempio muscoli, vasi sanguigni, nervi e ossa.

Ancora più sorprendente della versatilità delle cellule staminali è il fatto che le cellule di grasso sono in grado di trasformarsi in tutti i tipi di tessuto quasi con la stessa prontezza delle cellule staminali.

Il che significa che non serve ridursi alla fame per eliminare la ciccia in eccesso che invece può essere convertita in un tessuto più salutare.

Tu hai il controllo

La buona notizia è che puoi costringere le tue cellule di grasso a convertirsi in qualsiasi cosa vuoi e, per ottenere questo risultato, devi stare attento a non dare al corpo il messaggio sbagliato.

Il tessuto grasso fa parte del tessuto connettivo che comprende anche collagene, ossa, muscoli, sangue e tutte le cellule associate.

Alcuni biologi cellulari ritengono che la cellula di un tipo di tessuto connettivo conservi permanentemente la sua capacità di trasformarsi in un altro tipo di cellula ogni volta che riceve il segnale chimico appropriato.

Quindi le cellule dei muscoli possono diventare cellule di grasso, il grasso può convertirsi in osso e una cellula ossea può tornare ad essere una cellula di grasso.

Questo processo è definito transdifferenziazione cellulare.

La chiave di volta è l’esercizio fisico

Tutto questo suggerisce che quelle odiose e invadenti cellule di grasso che oggi hai sulle cosce o sulla pancia potrebbero essere state in passato cellule muscolari, ossee, della pelle o di qualsiasi altra parte del corpo.

Ma cosa induce le cellule a fare le valigie e a decidere di traslocare?

Perché questo accada la cellula deve ricevere un messaggero chimico che le segnala che i suoi servigi non sono più richiesti in quell’area e che deve trasferirsi nel reparto “ciccia”.

A questo punto la domanda è: “Come facciamo a dire alle nostre cellule di riconvertirsi da cellule di grasso ad altri tipi di tessuto?”.

Uno dei modi più efficaci per ottenere questo risultato è l’esercizio fisico ma non, come comunemente ancora si crede, perché si bruciano calorie bensì perché l’attività fisica genera quei segnali chimici che mettono in moto la transdifferenziazione cellulare.

L’attività fisica agisce su almeno tre fronti:

  1. aumenta la sensibilità cellulare all’insulina il che significa che il corpo dovrà produrne di meno per mantenere i giusti livelli di zuccheri nel sangue. Di conseguenza il livello di insulina si abbassa e questo segnala alle cellule di grasso di rallentare la conversione degli zuccheri in grasso da immagazzinare;
  2. riduce la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, che stimola l’aumento del grasso viscerale  che circonda e comprime gli organi interni. Questo tipo di grasso, a differenza di quello distribuito in altre parti del corpo, produce sostanze chimiche pro-infiammatorie che inducono l’organismo a produrre ancora più grasso;
  3. l’attività fisica abbassa la glicemia, cioè il livello di zucchero nel sangue, diminuendo così il rischio della formazione di AGEs e l’infiammazione indotta dall’abuso di zuccheri che blocca i messaggi chimici necessari per costruire un corpo sano e in forma.

A questo punto se il corpo semplicemente converte un tipo di tessuto in un altro, come avviene la perdita di peso?

Quando il corpo, credendo di essere in carestia, immagazzina grasso per la sopravvivenza è ovviamente molto riluttante a lasciarlo andare e non c’è ragionamento che tenga.

Quando però, grazie alla giusta attività fisica, il grasso viene convertito in muscolo il metabolismo accelera e questo letteralmente prosciuga le cellule di grasso.

Come se non bastasse anche le cellule di grasso (così come avviene per le cellule tumorali) possono andare incontro all’apoptosi cioè la morte cellulare programmata.

Queste sensazionali scoperte hanno costretto la comunità medica ad abbandonare la vecchia visione di una cellula che, nell’arco di tutto il suo ciclo vitale, è destinata ad appartenere ad un’unica tipologia di tessuto.

Così come i nostri geni cambiano in reazione a ciò che mangiamo, pensiamo e facciamo anche le cellule cambiano la loro struttura interna e la prontezza e la completezza con cui esse rispondono a questi stimoli suggerisce che questa capacità di trasformarsi sia un aspetto fondamentale di una fisiologia sana.

Perché fare la fame è una strategia che non funziona

Come già accennato, per molto tempo si è pensato (e molti ancora ne sono convinti) che per dimagrire bastasse ridurre le calorie e fare più movimento.

Sono ancora tantissimi gli operatori in questo settore (dietologi, nutrizionisti e anche medici) che in caso di sovrappeso prescrivono le classiche diete ipocaloriche in cui si mangia di tutto in quantità molto ridotte.

Con questo tipo di diete in realtà le cellule di grasso perdono una parte del grasso che avevano accumulato (una perdita che in genere si arresta dopo poche settimane) ma non scompaiono ovvero non vengono convertite in altri tipi di cellule.

E non appena l’apporto calorico ritorna come prima, ecco che anche il grasso ricomincia a depositarsi e ci si ritrova al punto di partenza. Perchè questo accade?

A quanto pare il corpo è molto cauto e non prende decisioni drastiche (tipo “licenziare” in modo permanente una cellula di grasso) a meno che non ci sia un’ottima ragione per farlo.

Questa riluttanza dell’organismo a lasciare andare il grasso accumulato e a costringere le cellule di grasso ad autodistruggersi significa che senza l’attività fisica appropriata, il tessuto grasso non riceverà mai il segnale chimico che quelle cellule sono necessarie altrove per svolgere altre funzioni.

In altre parole non serve piazzarsi davanti allo specchio e cercare di autoconvincersi che non stiamo morendo di fame e che anzi abbiamo un disperato bisogno di smaltire chili di troppo, l’organismo ha i suoi meccanismi di sopravvivenza con i quali non si può ragionare.

Fintanto che le cellule di grasso restano dove sono non possono fare altro che ciò per cui sono state create e cioè accumulare grasso ogni qual volta se ne presenta l’occasione.

Cosa sei disposto a fare per dimagrire?

Molti dottori e nutrizionisti difendono la validità delle restrizione calorica portando come esempio gli effetti che la fame di lungo periodo ha su persone in situazioni particolari e drammatiche come quelle in cui vivevano i prigionieri di guerra nei campi di concentramento.

Si tratta di termodinamica di base: se si consuma più di quanto si introduce ecco che il peso scende e, fino ad un certo punto, questo è anche vero perché non si possono aggirare le leggi delle fisica.

Il punto però è che non si può basare un programma dietetico che dovrebbe rimettere in forma e in salute sull’osservazione di quanto accade ad un essere umano costretto a sopportare per un lungo periodo condizioni e privazioni estreme!

Si tratta di un’idea che va contro il comune buon senso: se così stessero le cose vorrebbe dire che l’unico modo per dimagrire è farsi rinchiudere in una cella a pane e acqua (anzi niente pane perché fa ingrassare) per tutto il tempo necessario…ma tu saresti disposto a farlo?

Conclusione

Abbiamo visto che la restrizione calorica dice al corpo di convertire le cellule staminali in cellule di grasso non appena si torna a mangiare normalmente.

Non solo: il corpo aumenta anche il senso della fame e ci spinge a consumare ancora più cibo per ripristinare le riserve perdute intanto che le cellule di grasso si preparano ad immagazzinarle.

Questo è il cosiddetto effetto yo – yo delle diete ipocaloriche.

Mentre si segue una dieta, fintanto che si riesce a tenere a bada la fame, il corpo sarà costretto ad usare come fonte di energia una parte del grasso immagazzinato (che è il risultato che si vorrebbe ottenere) ma, nello stesso tempo, si troverà costretto a compensare il minore introito di nutrienti recuperando vitamine, minerali, proteine e grassi essenziali da altri tessuti come il cervello, i muscoli e il tessuto connettivo.

Naturalmente dato che i muscoli hanno la capacità di bruciare calorie, una volta che si perde tessuto muscolare diventa ancora più difficile perdere peso.

La morale della storia è che non è facendo diete da fame che ci si rimette in forma (in effetti accade proprio il contrario).

Se vuoi ritrovare una forma atletica, scattante e attraente il segreto è non combattere contro la naturale tendenza dell’organismo ma fare pace con il cibo, non sottoporsi ad inutili privazioni, seguire una dieta varia, ricca ed equilibrata come insegnamo nell’ Online Program, ridurre lo stress, dormire bene e fare la giusta attività fisica.


Fonti:

Deep Nutrition: Why Your Genes Need Traditional Food” di Catherine Shanahan, MD con Luke Shanahan – Ed. Flatiron

The Cellular Level of Organization: Cellular Differentiation


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